giovedì 14 aprile 2011

Provo ad aprire un blog

Provo ad aprire un blog. E lo intitolo Ripensandoci.
Il "ripensarci" è una mia caratteristica. Forse un difetto. O magari un pregio. Sì, un pregio, perché il ripensare è il mio modo per prendere tempo, per riflettere con calma, per ragionare a freddo, al riparo da fuorvianti pulsioni emotive. Un affidarsi alla ragione, alla razionalità, alla logica ferrea e matematica. Senza mai dimenticare che alla fine siamo uomini, non funzioni. Ecco, questo faccio quando "ripenso". Ma a dirla tutta, fuori da ogni nobile alibi, il mio "ripensare" è anche una latitanza, il segno di una carenza: l'incapacità, in una situazione data, a una pronta reazione. Magari emotiva e sconclusionata, confusa anche, ma, almeno nell'immediato, efficace: per parare colpi, evitare buche, soccorrere, attaccare, difendersi...
Comunque sia, resta l'atto del ripensare: alle cose viste, agli eventi vissuti in prima persona e no, alle parole dette o non dette ma che avrei voluto dire, a quelle ascoltate o che avrei voluto ascoltare o non ascoltare, a ciò che ho fatto o non ho fatto; a ciò che ho subito, magari in silenzio, in nome di un malinteso senso di responsabilità, quando, non addirittura, di superiorità.
Un blog di rovelli e seghe mentali, dunque?
No. Anche perché difficilmente parlerò del mio privato.
Ora le domande sono: chi mai leggerà queste pagine? E perché dovrebbe leggerle?
Alla prima non so rispondere. Alla seconda non posso, se non altro per una forma di eleganza. In ogni caso, a coloro che che si imbatteranno in questi scritti auguro una buona lettura. Io farò del mio meglio per non annoiarli.

Nessun commento:

Posta un commento